La lettura nei primi anni di vita del bambino: parte seconda
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Facciamo le facce, Gribaudo, 2018 |
Continua il nostro
viaggio nelle forme e nei significati che la lettura assume nei primi anni di
vita.
Lo scorso articolo era
dedicato alla lettura nei primissimi mesi di vita del bambino (qui il link).
Abbiamo visto come il bambino di pochi mesi non sia ancora in grado di
condividere con il genitore l’attenzione verso un libro da leggere insieme e
come per lui il libro rappresenti essenzialmente un oggetto da manipolare,
succhiare, lanciare. Al contempo, il bimbo è attirato dalla voce della mamma e
del papà, ed è affascinato prevalentemente da suoni e parole in rima e
ripetute, accompagnati dalla variazione del tono, del volume e del timbro di
voce. La lettura in questa fase della vita può declinarsi quindi nelle voci
della mamma e del papà che accompagnano il bimbo con filastrocche, poesie,
canzoncine, senza la mediazione fisica del libro in diversi momenti della
giornata.
Il volto
della mamma: il mio primo libro
Se per il libro fisico è
presto, già dalla nascita il bambino entra in contatto con un diverso tipo di
libro, unico, speciale, che una volta imparato a leggere gli aprirà le porte
del mondo. Questo libro è il volto della mamma.
Alla nascita e nel primo
periodo di vita, il lattante è in possesso di alcune competenze visive, anche
se limitate, e diversi studi hanno dimostrato come la sua attenzione sia
attirata soprattutto dalla voce e dal viso della madre.
E’ proprio attraverso il
viso materno, con la sua mimica e le sue espressioni, che hanno origine i primi
scambi comunicativi tra mamma e bambino. Questo tipo di interazioni diadiche
vengono definite proto-conversazioni, perché costituite da elementi
paralinguistici, come gli sguardi, il tono e il ritmo della voce. Queste
interazioni, pur essendo senza parole, presentano però già l’alternanza e il
rispetto dei turni tipica del dialogo.
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Dieci dita alle mani. Dieci dita ai piedini, M. Fox - H. Oxenbury, Il Castoro, 2009 |
Osservando e interagendo con il viso materno, il bambino inizia a sviluppare le prime competenze di lettura: cogliendo le espressioni mimiche della mamma, vi attribuisce un significato, dandone una interpretazione e reagendo di conseguenza.
Queste tre azioni,
cogliere i dati, darvi un senso e rispondere a essi, sono alla base dell’atto
di leggere, che si tratti di volti, immagini o libri.
Grazie a questo scambio
comunicativo, il bambino impara a riconoscere le emozioni espresse dai visi e a
dargli un significato. Questa capacità di leggere gli stati d’animo verrà poi
trasferita alle immagini dei libri: nelle illustrazioni e nelle fotografie
raffiguranti dei visi, il piccolo lettore saprà coglierà le emozioni che le
attraversano: gioia, tristezza, rabbia…
I libri delle facce
A partire dagli 8-9
mesi, il bambino inizia a sviluppare la capacità di attenzione condivisa, a
riconoscere le immagini, a indicarle con il dito, e a percepire il libro come
un oggetto diverso dagli altri, che ha un dritto e un rovescio, e un contenuto
fatto di segni che si possono vedere, ma che non si riescono ad afferrare.
E’ in questo momento di
svolta, di scoperta, che avviene il passaggio dal libro-viso della mamma al
primo libro vero e proprio.
Strumento prezioso che
può accompagnare questa fase importante di crescita sono i cosiddetti libri
delle facce.
Questa tipologia di
libro suscita grande fascino al di sotto dell’anno d’età (e anche dopo): grazie
alla sua affinità con le prime esperienze di lettura legate al viso della
mamma, stimola quelle abilità di decifrazione delle espressioni che il bambino
ha già fatto sue.
I libri delle facce sono libri cartonati di piccole dimensioni, e
quindi facili da manipolare, presentano fotografie frontali di visi di bambini,
una per pagina, ciascuna dedicata ad una emozione diversa. La scelta di
utilizzare fotografie e non illustrazioni è legata al fatto che il bambino
piccolo, fino ai 18 mesi circa, riconosce più facilmente le immagini
realistiche rispetto a quelle illustrate. Le illustrazioni richiedono infatti
la capacità simbolica per realizzare una doppia rappresentazione: riconoscere
il simbolo espresso dal disegno e ricollegarlo all’oggetto originale a cui il
simbolo fa riferimento.
Il testo, se presente,
di solito è essenziale, fatto di suoni onomatopeici o di brevi frasi in rima.
In
Italia i libri delle facce pubblicati sono
veramente pochi (ed è un peccato).
I due titoli più diffusi
sono:
- Guarda che faccia!, S. Manetti, Giunti Editore, 2004
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Guarda che faccia!, S.Manetti, Giunti Editore, 2004 |
Questo libricino è parte del progetto Nati per Leggere.
In ciascuna doppia pagina è presente a destra la fotografia del viso di un bambino e a sinistra un’esclamazione, proposta in diverse lingue, che accompagna l’espressione del volto.
- Facciamo le facce, Gribaudo, 2018
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Facciamo le facce, Gribaudo, 2018 |
Questo albo ha una
struttura affine alla precedente: accanto alle diverse foto dei visi dei
bambini, che riflettono altrettante emozioni, sono presenti brevi frasi in
rima, perfette per catturare l’attenzione dei piccoli lettori, attratti da
testi ritmati e musicali.
Per colmare il vuoto
dell’editoria italiana circa questo genere di libri, possiamo guardare
all’estero, dove si possono trovate altri validi esempi di libri delle facce. Questi cartonati sono concettualmente simili ai
due libri appena visti, e le foto sono accompagnate da espressioni
onomatopeiche o brevi frasi in lingua che non ostacolano in nessun modo, anzi
possono arricchire, la lettura.
Ecco alcuni esempi di libri delle facce pubblicati all’estero.
- Baby Faces, Margaret Miller
- Baby Faces, Inc. Dorling Kindersley
- Making Faces, Abrams Appleseed
- Baby faces, Orli Zuravicky
- Mon livre des visages – My Face Book, Star Bright Books
- Look at you, Star Bright Books
Come leggere I libri delle facce
La mamma, il papà, in generale l’adulto che
leggere, può divertirsi a riproporre al bambino l’espressione raffigurata in
foto, leggendo o meno la parte testuale. Il bambino reagirà all’espressione
dell’adulto e a quella del libro e in questo modo verrà a crearsi un gioco di
mimica facciale che si trasformerà in comunicazione.
Si può leggere l’intero libro o concentrarsi su
un viso solo: è il bambino a dettare il ritmo e l’andamento della lettura. Se notate
che è particolarmente affascinato da una espressione in particolare, ci si può
soffermare su quella anche tutto il tempo della lettura.
Questi libri cartonati sono pensati per essere
maneggiati direttamente dai bambini. La lettura si trasforma quindi anche in
una esperienza tattile di scoperta e conoscenza del libro come oggetto. Il
prossimo post sarà dedicato proprio all’oggetto-libro e alla sua scoperta da
parte del bambino
Non esiste un modo giusto o sbagliato di
leggere i libri delle facce insieme
al proprio bambino. Questa tipologia di libri apre le porte ad una lettura
fatta di ascolto, di gioco, di manipolazione, di scoperta che sa conquistare
piccoli e grandi lettori.
Buon divertimento!
Elena
PER APPROFONDIRE
In questi anni è andata sviluppandosi sempre maggiore attenzione verso la lettura ad alta voce ai bambini, e i genitori, da parte loro, sono sempre più consapevoli dell’importanza di avvicinare i loro figli alla lettura già dalla primissima età, e si interrogano con curiosità su come farlo e su quali libri proporre.
Ma come mai la lettura ad alta voce ai bambini è così importante? Scopriamolo insieme!
A tutti i genitori sarà capitato almeno una volta di chiedersi "Ma perchè mio figlio vuole leggere sempre la stessa storia?!".
In questo post andiamo ad esplorare proprio i significati nascosti dietro la richiesta di leggere sempre, e tante volte, lo stesso libro, scoprendo che questa dinamica va ben oltre il semplice desiderio di ascoltare un racconto.
L'amore dei bambini per i libri non è sempre immediato e facile. Nell'articolo sono indicate alcune piccole strategie che possono aiutare a favorire un loro approccio positivo alla lettura.
Leggere al proprio bambino nella pancia è una preziosa occasione per porre le basi per una relazione affettiva significativa e profonda, che non coinvolge solo la mamma e il bimbo, ma anche il papà!
Come durante la
gravidanza, anche dopo la nascita, insieme al contatto fisico, la voce del
genitore resta un canale imprescindibile e privilegiato di comunicazione con il
proprio bambino, e la lettura può rappresentare un momento prezioso di
condivisione emotiva.
Ma che forme assume
la lettura ai bambini nei primissimi mesi di vita?