sabato 25 gennaio 2020

La Storia di Erika

Raccontare la Shoah.


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La Storia di Erika, R.Vander Zee - R.Innocenti, La Margherita Edizioni, 2005

Titolo: La Storia di Erika

Autore: Ruth Vander Zee – Roberto Innocenti

Editore: La Margherita Edizioni

Anno di pubblicazione: 2005

Categoria: Albo illustrato

Età consigliata: 8 anni



Solo avendo memoria di ciò che è accaduto in passato si ha la possibilità di essere veramente liberi di vivere il presente.
La memoria di chi ha vissuto rappresenta un regalo prezioso per le generazioni future, e rispetto alla Shoah, questo dono si fa ancora più significativo.

La Storia di Erika è questo, memoria che diventa testimonianza e dono, illuminando un pezzo di passato che, anche se non sempre ne siamo consapevoli, è un pezzo fondamentale del nostro presente.

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La Storia di Erika, R.Vander Zee - R.Innocenti, La Margherita Edizioni, 2005

L’autrice, Ruth Vander Zee, incontrò casualmente Erika a Ruthenburg, Germania, nel 1995, a cinquant’anni esatti dalla fine della Seconda Guerra Mondiale.
Erano entrambe sedute su un muretto a osservare il Municipio.
Erika ad un certo punto si avvicinò, e dopo lo scambio di qualche parola, iniziò a raccontare della sua storia.

Dal 1933 al 1945 sei milioni di Ebrei, della mia gente, furono sterminati.
[…] Io no.
Io sono nata intorno al 1944.
Non so esattamente quando.
Non so neanche il mio vero nome.
Non so da dove vengo.
Non so se avevo fratelli o sorelle.
L’unica cosa che so, è che avevo solo pochi mesi, quando fui strappata dall’Olocausto.

C'erano tante cose di quel tempo che Erika non sapeva e che poteva solo immaginare.  
Si chiedeva cosa avesse dovuto affrontare la sua famiglia, prima derubata di tutto ciò che aveva, poi chiusa nel ghetto. E cosa avessero pensato  i suoi genitori quando arrivò l’ordine di evacuazione.

Non dovevano vedere l’ora di poter finalmente lasciare
quel quartiere soffocato dal filo spinato, di fuggire dal tifo, dalla sporcizia, dalla fame.
Ma avevano idea di dove sarebbero finiti? 
Con quali menzogne li costrinsero a partire!
Con la falsa promessa di una condizione più umana?

Quando arrivarono alla stazione ferroviaria, insieme ad altre centinaia di Ebrei, i genitori di Erika furono ammassati come bestie nei vagoni.
Ad ogni villaggio il treno si fermava per far salire altra gente.

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La Storia di Erika, R.Vander Zee - R.Innocenti, La Margherita Edizioni, 2005

Quanti giorni durò il viaggio?
Per quante ore i miei genitori rimasero in piedi, schiacciati l’uno contro l’altro?
Immagino mia madre che mi abbraccia stretta, come a proteggermi dal fetore, dalle grida,
dal pianto, dalla paura […].

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La Storia di Erika, R.Vander Zee - R.Innocenti, La Margherita Edizioni, 2005

Erika non sapeva quando sua madre prese la decisione che le avrebbe cambiato e salvato la vita.

Chissà se pronunciò il mio nome, mentre mi avvolgeva stretta nella coperta di lana.
Se mi baciò, dicendomi quanto mi voleva bene. Chissà se pianse. Se pregò.

Avvicinandosi all’ennesima stazione, il treno probabilmente iniziò a rallentare. La madre di Erika doveva essersi affacciata alla finestra in alto, l’unica da cui passava l’aria, sollevando la bambina.

Ciò che accadde dopo, è la sola cosa di cui sono certa.
Mi lanciò fuori dal treno.
Mi lanciò su un piccolo tappeto d’erba, vicino ad un passaggio a livello.
[…] Nel viaggio verso la morte, mia madre mi scaraventò dentro la vita.

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La Storia di Erika, R.Vander Zee - R.Innocenti, La Margherita Edizioni, 2005

Erika fu raccolta da un passante e affidata ad una donna che si prese cura di lei, le dette un nome e si inventò un giorno per il compleanno.

Mi chiamò Erika. Mi dette una casa, mi nutrì, mi vestì, mi mandò a scuola.
E mi volle bene.

A ventun anni Erika sposò un uomo che fu capace di lenire il suo dolore e di comprendere il suo desiderio di famiglia.

Insieme abbiamo avuto tre figli
e ora abbiamo anche dei nipotini. Nelle loro facce, io ritrovo la mia.

Nonostante la guerra abbia profanato esistenze e abbattuto alberi genealogici, la vita ha avuto comunque il sopravvento e …

Oggi la mia genia ha messo nuove radici.

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La Storia di Erika, R.Vander Zee - R.Innocenti, La Margherita Edizioni, 2005

Erika è una sopravvissuta. La Shoah l’ha privata delle sue origini, del suo passato, e di quella parte dell’identità che viene dal conoscere le proprie radici.
In questo vuoto, ad Erika rimane solamente il gesto disperato della madre per salvarle la vita. E questo gesto diventa la sua nuova radice, che le dà la forza necessaria non solo per sopravvivere, ma per vivere e per diventare essa stessa radice di nuove vite.

Il testo di Ruth Vander Zee è netto, conciso: quella che sta raccontando non è una storia, ma la storia.
Come una cronaca, la vita di Erika si dispiega attraverso frasi brevi e pulite. 
La componente emotiva del racconto non è però sacrificata, anzi. 
E’ come se queste poche parole fungessero da cassa di risonanza: troppo dirompenti per essere messe in forma scritta, le emozioni trovano lo spazio per esprimersi nel vuoto lasciato dalle innumerevoli domande e dall'essenzialità del testo.

Le illustrazioni di Innocenti si distinguono per il loro realismo e per l’attenzione ai dettagli tipiche di questo autore.
La scelta cromatica delle tavole ha una forte valenza comunicativa, presentando illustrazioni prevalentemente sui toni del grigio e del bianco sporco, la cui unica nota di colore è rappresentata del giallo delle stelle di David e dal rosa del fagotto di tessuto in cui è avvolta Erika.

La Storia di Erika è un libro faticoso, ma bellissimo, perchè nel raccontare il dolore della perdita e della morte si trasforma in un inno alla vita.

E’ un albo emotivamente forte, che consiglierei ai bambini a partire dagli 8 anni, e soprattutto agli adolescenti, che nell'essenzialità del testo possono trovare lo spazio e lo stimolo per dar voce ai loro pensieri, alle loro emozioni, e alle loro domande.


Buona lettura,

Elena



sabato 18 gennaio 2020

Il mestolo di Adele

Raccontare la Shoah.



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Il mestolo di Adele, S.R.Mignone - M.Pericoli, Emme Edizioni, 2008


Titolo: Il mestolo di Adele

Autore: Sebastiano Ruiz Mignone – Matteo Pericoli

Editore: Emme Edizioni

Anno di pubblicazione: 2008

Categoria: albo illustrato

Età consigliata: dai 6 anni



Come si può raccontare ad un bambino la Shoah? Come si può spiegare la disumanità che ha portato con sé, lo spartiacque storico che ha rappresentato, e la necessità che ciò che è accaduto non venga dimenticato?
Per raccontare un evento così immenso e complesso, ci viene in aiuto qualcosa di piccolo e semplice. Come un mestolo... ma non un mestolo qualunque.

Sono un mestolo.
Detta così, lo so, può anche far sorridere,
ma in questa storia non ci sono molti sorrisi.
Sono una cosa. Noi cose abbiamo ricordi.
Noi siamo ricordi.


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Il mestolo di Adele, S.R.Mignone - M.Pericoli, Emme Edizioni, 2008

 Raccontando di sé, il mestolo evoca i ricordi della famiglia di cui faceva parte.

Sono un mestolo, e nella mia vita passata
c’era una famiglia, sì, mi ricordo.
Sedevano tutti intorno ad un tavolo,
e nelle sere d’inverno la cucina era un porto caldo,
dove ritornare.

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Il mestolo di Adele, S.R.Mignone - M.Pericoli, Emme Edizioni, 2008

E a questo porto ritornava il marito di Adele, la proprietaria del mestolo, che faceva il marinaio su un mercantile.

Ogni volta che tornava, c’era festa nella cucina,
io e Adele ci davamo da fare per preparare
risotti e polenta.


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Il mestolo di Adele, S.R.Mignone - M.Pericoli, Emme Edizioni, 2008

[…] Quando papà Samuel ritornava,
per i ragazzi era festa grande, ma grande davvero.
C’erano i nonni, gli zii e le zie
E poi i cugini e gli amici, tanti amici.

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Il mestolo di Adele, S.R.Mignone - M.Pericoli, Emme Edizioni, 2008

Intorno alla tavola di radunava la famiglia, e la pentola sul fuoco si trasformava in una grotta di tesori e meraviglie, che i bambini cercavano di trafugare.


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Il mestolo di Adele, S.R.Mignone - M.Pericoli, Emme Edizioni, 2008

La sorella di Adele si chiamava Sara
ed era anche la più bella. Tutti nella casa la chiamavano “principessa”…
[…] se le altre donne
continuavano a scherzare e a prenderla in giro,
allora mi afferrava e mi lanciava. A sua discolpa,
devo dire che non ha mai colpito nessuno.
Sara aveva una pessima mira, per sua fortuna.

Nel susseguirsi della pagine incontriamo il nonno di Sara, che fumava il sigaro, e tre gemelli scatenati, chiamati Harpo, Groucho e Chico, come i fratelli Marx, che correvano in continuazione per tutta casa.

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Il mestolo di Adele, S.R.Mignone - M.Pericoli, Emme Edizioni, 2008

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Il mestolo di Adele, S.R.Mignone - M.Pericoli, Emme Edizioni, 2008

Ad un certo punto però tutto questo scompare, perché arriva la guerra.

Voi bambini non conoscete questa parola: voi la vedete
solo alla televisione, la leggete nei libri, la sentite
pronunciare dai grandi, ma non sapete davvero com’è.
E’ una parola brutta, una parola che allontana,
una parola che cancella.


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Il mestolo di Adele, S.R.Mignone - M.Pericoli, Emme Edizioni, 2008

La guerra si porta via le persone, le cose e i ricordi.

“…una macchina per cucire, tre credenze, un armadio,
un letto matrimoniale, una borsetta di pelle da donna,
[…] diciotto forchette, quindici coltelli, dieci cucchiaini,
[…] un tegame di ferro, due insalatiere,
tre golfetti per bambino, un mestolo…


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Il mestolo di Adele, S.R.Mignone - M.Pericoli, Emme Edizioni, 2008

Confisca a favore delle Stato di beni mobili
appartenenti alla signora Hoherberger Adele
vedova Blitz, di razza ebraica.
Bergamo, 3 aprile 1944”.

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Il mestolo di Adele, S.R.Mignone - M.Pericoli, Emme Edizioni, 2008

Questo albo illustrato ha il dono di evocare la tragicità delle guerra e della Shoah semplicemente raccontando la quotidianità di una famiglia ebrea, una quotidianità simile a quella di tante altre famiglie, di ieri come di oggi.
Ed è questa quotidianità, questa normalità, che trasforma l’elenco degli oggetti confiscati in una ferita, che il lettore condivide con i personaggi di questa storia. 
Ogni oggetto lascia intravedere un ricordo e le persone che di questo ricordo erano parte.

Il libro si conclude con un messaggio di speranza, che invita a non dimenticare il passato, per far sì che il futuro possa essere diverso. Perché siamo noi a crearlo.

“Guerra” è una parola che cancella.
Ma non è che una parola, senza gli uomini non esiste,
e gli uomini se vogliono possono
a loro volta cancellarla.
Io sono un mestolo, solo un mestolo.
Ma sono il mestolo di Adele.

Il testo, di Sebastiano Ruiz Mignone, è poetico e al contempo piacevolmente scorrevole, ed è accompagnato dalle illustrazioni dai toni seppia e pastello di Matteo Pericoli.

La Shoah è un argomento complesso e difficile, e Il mestolo di Adele ha la capacità di introdurlo con delicatezza.
Per i bambini che non hanno ancora studiato questo periodo storico a scuola, il racconto resterà probabilmente in una dimensione “di favola”, ma rappresenterà comunque un primo semino di consapevolezza che si svilupperà col tempo.

E’ un albo versatile, che può essere letto dai 6 anni circa, ma che può essere compreso nella sua complessità da lettori un po’ più grandi, a partire dai 9 anni, a cui regala spunti di riflessione molto interessanti sul passato, sul presente e sul futuro. 


Buona lettura,
Elena










martedì 7 gennaio 2020

Nascita

Un libro animato per esplorare le origini della vita.


Parole e immagini per  raccontare le scienze.


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Nascita. Un libro animato per esplorare le origini della vita, H.Druvert, L'Ippocampo Ragazzi, 2019

Titolo: Nascita. Un libro animato per esplorare le origini della vita

Autore: H. Druvert

Editore: L’ippocampo Ragazzi

Anno di pubblicazione: 2019

Categoria: Albo illustrato – Divulgazione scientifica

Età consigliata: 8 anni


Una tipologia di albi illustrati che apprezzo tantissimo è quella dedicata alla divulgazione scientifica: l’unione di testo e illustrazioni dà l’opportunità ai bambini (e agli adulti), di affrontare temi complessi in maniera accattivante, coinvolgente e originale.

A questo proposito, un libro che mi ha conquistata è stato Nascita. Un libro animato per esplorare le origini della vita, scritto da Hélène Druvert e pubblicato recentemente da L’ippocampo Ragazzi.

Un favoloso viaggio intrauterino per comprendere la fecondazione, il patrimonio genetico, la gemellarità e l’evoluzione dei sensi, seguendo un mese dopo l’altro lo sviluppo dell’embrione e del feto fino alla nascita.

La parte iniziale del libro è dedicata all’apparato genitale maschile e femminile, illustrati nelle loro varie parti, e all’atto riproduttivo.

L’apparato genitale femminile si compone di varie parti, fra cui l’utero, le tube (o trombe) di Falloppio, le due ovaie e la vagina. Le ovaie contengono 2 milioni di ovociti, ma di essi solo circa 450 arriveranno a maturità diventando degli ovuli.

L’apparato genitale maschile è composto principalmente dal pene, dai testicoli e dallo scroto.
Le cellule sessuali maschili si chiamano spermatozoi e si formano nei testicoli, che sono protetti dallo scroto.

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Nascita. Un libro animato per esplorare le origini della vita, H.Druvert, L'ippocampo Ragazzi, 2019

Il libro prosegue illustrando la fecondazione, anche quelle medicalmente assistita, e la divisione cellulare.

Dopo la fusione dei due nuclei lo zigote contiene 46 cromosomi ordinati a due a due. 23 cromosomi provengono dal padre ( in origine si trovavano nella testa dello spermatozoo). Gli altri 23 provengono dall’ovulo della madre.


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Nascita. Un libro animato per esplorare le origini della vita, H.Druvert, L'ippocampo Ragazzi, 2019

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Nascita. Un libro animato per esplorare le origini della vita, H.Druvert, L'ippocampo Ragazzi, 2019

Nelle successive 24 ore avviene la prima divisione cellulare: la cellula unica si divide in due identiche.

La parte dedicata al patrimonio genetico spiega la combinazione dei cromosomi e il DNA.

I cromosomi sono composti da due filamenti di DNA. Il DNA assomiglia ad una corda doppia attorcigliata a spirale che racchiude i nostri geni.
I geni vanno a coppie e provengono uno dal padre e uno dalla madre. L’insieme dei geni viene detto genoma. Sono i geni a determinare il colore dei nostri occhi, la nostra corporatura, la forma del nostro naso e delle nostre mani… alcuni vengono detti dominanti, altri recessivi.

Viene poi illustrato il caso dei gemelli, sia monozigoti che dizigoti.

Ogni essere umano possiede un patrimonio genetico unico, ma c’è un’eccezione: i gemelli monozigoti. In questo caso l’ovulo è stato fecondato da uno spermatozoo, ma al momento della divisione in cellule, per ragioni ignote, si divide in due entità, che generano due embrioni dotati dunque dello stesso DNA. […]
Diverso è il fenomeno dei gemelli dizigoti.
Durante l’ovulazione, l’ovaia ha rilasciato due ovuli invece di uno soltanto e ciascuno è stato fecondato da uno spermatozoo diverso.

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Nascita. Un libro animato per esplorare le origini della vita, H.Druvert, L'ippocampo Ragazzi, 2019

Il cuore del libro è rappresentato dalle pagine dedicate alla gravidanza, in cui viene illustrato lo sviluppo del feto mese per mese, con un paragrafo dedicato anche alla prematurità.


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Nascita. Un libro animato per esplorare le origini della vita, H.Druvert, L'ippocampo Ragazzi, 2019


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Nascita. Un libro animato per esplorare le origini della vita, H.Druvert, L'ippocampo Ragazzi, 2019

Il 1° mese
Iniziano a delinearsi il sistema nervoso e il cervello, si forma la colonna vertebrale. […] A 3 settimane comincia a battere un minuscolo cuore, il primo organo dell’embrione.

Il 5° mese
Sgambetta sempre di più, e adesso è in grado di afferrarsi i piedini o il cordone ombelicale. Esercita il riflesso di suzione succhiandosi il pollice. Ogni tanto inghiotte un po’ di liquido amniotico, che gli fa venire il singhiozzo!

Il 7° mese
Il feto è sempre più sensibile ai suoni: oltre alla voce della mamma e al battito del suo cuore, avverte i rumori esterni, soprattutto le sonorità gravi come la voce del papà. E’ nel ventre materno che comincia a reagire alla musica, muovendosi, e a sviluppare la memoria uditiva, a tal punto che in seguito sarà in grado di riconoscere una melodia ascoltata regolarmente nella pancia della mamma (a questo proposito, qui il link del post dedicato alla lettura prenatale!).

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Nascita. Un libro animato per esplorare le origini della vita, H.Druvert, L'ippocampo Ragazzi, 2019

Il libro si conclude con la parte dedicata al momento della nascita e al dopo nascita, affrontando il tema dell’allattamento e lo sviluppo dei 5 sensi.

Il parto avviene in genere tra la 38° e la 42° settimana di gravidanza.
La futura madre avverte le prima contrazioni: l’utero si contrae e poi si rilassa. A un certo punto divengono regolari e dolorose: è iniziato il travaglio. […]
Una contrazione più forte provoca la rottura delle acque: la sacca di liquido amniotico ha ceduto sotto la pressione.

Il primo riflesso del bambino alla nascita è la suzione. Istintivamente, cerca di nutrirsi muovendosi verso il seno materno. Durante la gravidanza le ghiandole mammarie si sono preparate per produrre il latte.

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Nascita. Un libro animato per esplorare le origini della vita, H.Druvert, L'ippocampo Ragazzi, 2019

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Nascita. Un libro animato per esplorare le origini della vita, H.Druvert, L'ippocampo Ragazzi, 2019

I sensi del lattante non si sviluppano tutti allo stesso modo. Il tatto […] funziona perfettamente fin dalla nascita. Il bambino reagisce alle reazioni tattili, impara toccando e soprattutto portando gli oggetti alla bocca. […]
La vista, invece, continua a evolversi per tutto il primo anno. E’ l’ultimo senso che si sviluppa nell’utero, poiché il feto viveva in una relativa oscurità.

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Nascita. Un libro animato per esplorare le origini della vita, H.Druvert, L'ippocampo Ragazzi, 2019

Scorrendo le pagine di questo libro, i bambini hanno l’opportunità di affrontare un argomento complesso come il concepimento e la nascita in maniera precisa e sistematica.

Il taglio scientifico del testo, che in alcuni casi può risultare un po' complesso per i lettori alle prime armi, è completato e reso più “accessibile” dalle immagini, pulite e efficaci.
Il libro inoltre è arricchito da finestrelle da girare e illustrazioni fatte con il laser, elementi che rendono questo albo graficamente molto accattivante.

Si può proporre a partire dagli 8 anni, ma credo possa essere pienamente apprezzato da lettori un pochino più grandi, dai 10 anni circa.

E’ adatto sia per la lettura autonoma, che per la lettura condivisa con i genitori, gli insegnanti, gli educatori… e può essere accompagnato anche da libri dedicati all'argomento dal taglio più emozionale, perché in nessun momento come in quello della nascita la scienza e la fisiologia camminano mano nella mano con le emozioni.


Buona lettura,
Elena!