sabato 18 gennaio 2020

Il mestolo di Adele

Raccontare la Shoah.



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Il mestolo di Adele, S.R.Mignone - M.Pericoli, Emme Edizioni, 2008


Titolo: Il mestolo di Adele

Autore: Sebastiano Ruiz Mignone – Matteo Pericoli

Editore: Emme Edizioni

Anno di pubblicazione: 2008

Categoria: albo illustrato

Età consigliata: dai 6 anni



Come si può raccontare ad un bambino la Shoah? Come si può spiegare la disumanità che ha portato con sé, lo spartiacque storico che ha rappresentato, e la necessità che ciò che è accaduto non venga dimenticato?
Per raccontare un evento così immenso e complesso, ci viene in aiuto qualcosa di piccolo e semplice. Come un mestolo... ma non un mestolo qualunque.

Sono un mestolo.
Detta così, lo so, può anche far sorridere,
ma in questa storia non ci sono molti sorrisi.
Sono una cosa. Noi cose abbiamo ricordi.
Noi siamo ricordi.


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Il mestolo di Adele, S.R.Mignone - M.Pericoli, Emme Edizioni, 2008

 Raccontando di sé, il mestolo evoca i ricordi della famiglia di cui faceva parte.

Sono un mestolo, e nella mia vita passata
c’era una famiglia, sì, mi ricordo.
Sedevano tutti intorno ad un tavolo,
e nelle sere d’inverno la cucina era un porto caldo,
dove ritornare.

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Il mestolo di Adele, S.R.Mignone - M.Pericoli, Emme Edizioni, 2008

E a questo porto ritornava il marito di Adele, la proprietaria del mestolo, che faceva il marinaio su un mercantile.

Ogni volta che tornava, c’era festa nella cucina,
io e Adele ci davamo da fare per preparare
risotti e polenta.


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Il mestolo di Adele, S.R.Mignone - M.Pericoli, Emme Edizioni, 2008

[…] Quando papà Samuel ritornava,
per i ragazzi era festa grande, ma grande davvero.
C’erano i nonni, gli zii e le zie
E poi i cugini e gli amici, tanti amici.

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Il mestolo di Adele, S.R.Mignone - M.Pericoli, Emme Edizioni, 2008

Intorno alla tavola di radunava la famiglia, e la pentola sul fuoco si trasformava in una grotta di tesori e meraviglie, che i bambini cercavano di trafugare.


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Il mestolo di Adele, S.R.Mignone - M.Pericoli, Emme Edizioni, 2008

La sorella di Adele si chiamava Sara
ed era anche la più bella. Tutti nella casa la chiamavano “principessa”…
[…] se le altre donne
continuavano a scherzare e a prenderla in giro,
allora mi afferrava e mi lanciava. A sua discolpa,
devo dire che non ha mai colpito nessuno.
Sara aveva una pessima mira, per sua fortuna.

Nel susseguirsi della pagine incontriamo il nonno di Sara, che fumava il sigaro, e tre gemelli scatenati, chiamati Harpo, Groucho e Chico, come i fratelli Marx, che correvano in continuazione per tutta casa.

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Il mestolo di Adele, S.R.Mignone - M.Pericoli, Emme Edizioni, 2008

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Il mestolo di Adele, S.R.Mignone - M.Pericoli, Emme Edizioni, 2008

Ad un certo punto però tutto questo scompare, perché arriva la guerra.

Voi bambini non conoscete questa parola: voi la vedete
solo alla televisione, la leggete nei libri, la sentite
pronunciare dai grandi, ma non sapete davvero com’è.
E’ una parola brutta, una parola che allontana,
una parola che cancella.


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Il mestolo di Adele, S.R.Mignone - M.Pericoli, Emme Edizioni, 2008

La guerra si porta via le persone, le cose e i ricordi.

“…una macchina per cucire, tre credenze, un armadio,
un letto matrimoniale, una borsetta di pelle da donna,
[…] diciotto forchette, quindici coltelli, dieci cucchiaini,
[…] un tegame di ferro, due insalatiere,
tre golfetti per bambino, un mestolo…


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Il mestolo di Adele, S.R.Mignone - M.Pericoli, Emme Edizioni, 2008

Confisca a favore delle Stato di beni mobili
appartenenti alla signora Hoherberger Adele
vedova Blitz, di razza ebraica.
Bergamo, 3 aprile 1944”.

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Il mestolo di Adele, S.R.Mignone - M.Pericoli, Emme Edizioni, 2008

Questo albo illustrato ha il dono di evocare la tragicità delle guerra e della Shoah semplicemente raccontando la quotidianità di una famiglia ebrea, una quotidianità simile a quella di tante altre famiglie, di ieri come di oggi.
Ed è questa quotidianità, questa normalità, che trasforma l’elenco degli oggetti confiscati in una ferita, che il lettore condivide con i personaggi di questa storia. 
Ogni oggetto lascia intravedere un ricordo e le persone che di questo ricordo erano parte.

Il libro si conclude con un messaggio di speranza, che invita a non dimenticare il passato, per far sì che il futuro possa essere diverso. Perché siamo noi a crearlo.

“Guerra” è una parola che cancella.
Ma non è che una parola, senza gli uomini non esiste,
e gli uomini se vogliono possono
a loro volta cancellarla.
Io sono un mestolo, solo un mestolo.
Ma sono il mestolo di Adele.

Il testo, di Sebastiano Ruiz Mignone, è poetico e al contempo piacevolmente scorrevole, ed è accompagnato dalle illustrazioni dai toni seppia e pastello di Matteo Pericoli.

La Shoah è un argomento complesso e difficile, e Il mestolo di Adele ha la capacità di introdurlo con delicatezza.
Per i bambini che non hanno ancora studiato questo periodo storico a scuola, il racconto resterà probabilmente in una dimensione “di favola”, ma rappresenterà comunque un primo semino di consapevolezza che si svilupperà col tempo.

E’ un albo versatile, che può essere letto dai 6 anni circa, ma che può essere compreso nella sua complessità da lettori un po’ più grandi, a partire dai 9 anni, a cui regala spunti di riflessione molto interessanti sul passato, sul presente e sul futuro. 


Buona lettura,
Elena










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