venerdì 3 maggio 2019

Cappuccetto Bianco

QUANDO LA PAGINA BIANCA DIVENTA IMMAGINE


Cappuccetto-Bianco-Bruno-Munari
Cappuccetto Bianco, Bruno Munari, Corraini, 2017


Titolo: Cappuccetto Bianco

Autore: Bruno Munari

Editore: Corraini

Anno: 2017 (prima edizione 1981)

Categoria: Albo illustrato

Età consigliata: dai 3 / 4 anni




Domanda:
Cosa accomuna tutti gli albi illustrati? Voi mi direte: “Le illustrazioni!!”

Ed è esattamente quello che pensavo anch’io, prima di conoscere Cappuccetto Bianco di Bruno Munari.
Cappuccetto Bianco è il primo (e credo unico) albo illustrato con le pagine completamente bianche.


Questo perché la storia inizia dopo una grande nevicata..

“Non si era mai vista tanta neve.
… la neve era caduta durante la notte e aveva coperto ogni cosa”.


Cappuccetto-Bianco-Bruno-Munari
Cappuccetto Bianco, Bruno Munari, Corraini, 2017


Non si vedono più la cuccia del cane, i cespugli del bosso, la panchina di pietra.

“In mezzo a tutta questa neve si vedono solo gli occhi di Cappuccetto Bianco. Il suo sguardo è molto preoccupato: « Come farò ad andare dalla nonna Candida a portarle il suo uovo, il latte, lo zucchero, che mamma mi ha dato avvolti in un fagotto fatto con un tovagliolo bianco?» E la neve continua a coprire ogni cosa.”


Cappuccetto-Bianco-Bruno-Munari
Cappuccetto Bianco, Bruno Munari, Corraini, 2017


Cappuccetto si avvia in direzione del bosco (che non si vede), e incontra il pittore Bianconi, che ha perso la sua scatola di colori. Lei gli suggerisce di andare da Biancaneve a farsene dare uno nuovo.
Proseguendo nel sentiero

“Dopo molto cammino nella neve Cappuccetto Bianco sente uno strano ululato, però non si vede niente, sarà il lupo bianco? dove sarà? come si fa?

Intanto il lupo continua a ululare: sta molto male perché ha fatto una indigestione di nonne e adesso deve mangiare solo riso in bianco. Povero lupo. Ma dov’è? Non si vede niente.

Neanche il lupo vede Cappuccetto Bianco, che continua la sua strada nella neve.”

Finalmente, sotto un mucchio di neve, Cappuccetto trova la casa della nonna, dove all’ingresso c’è un cartello, scritto col gesso bianco, che dice

“sono andata nell’Africa nera, tornerò in estate, ciao, non piangere.”

Leggendo il cartello

“Cappuccetto Bianco diventa rosso per la sorpresa, ma dentro di sé è un po’ verde per non aver incontrato la nonna. – Sembra la storia di un libro giallo! – esclama.
E si avvia a ritornare dalla mamma.”


Cappuccetto-Bianco-Bruno-Munari
Cappuccetto Bianco, Bruno Munari, Corraini, 2017


Ma noi questo non possiamo vederlo, perché è tutto coperto dalla neve.


Cappuccetto Bianco è una delle rivisitazioni della classica fiaba di Cappuccetto Rosso realizzate da Bruno Munari, di cui fanno parte anche Cappuccetto Verde, Cappuccetto Giallo e Cappuccetto Blu.
Cappuccetto Bianco, tra le quattro, è sicuramente la versione più divergente e coraggiosa: un perfetto esempio del genio creativo di Munari, capace non solo di cambiare le prospettive della narrazione, ma di metterle letteralmente sottosopra.


Per i bambini di oggi, iperstimolati a livello visivo da immagini virtuali o cartacee, può essere spiazzante trovarsi davanti a una pagina completamente bianca, che pretende comunque di raccontare una storia.
Questo spiazzamento, però, può rappresentare una ricchezza, dando al bambino l’opportunità di far volare l’immaginazione, per scovare tra quel bianco cosa si nasconde sotto la neve.

Si potrebbe dire che il bianco delle pagine assume il valore di un momento di silenzio: nel silenzio il bambino, come l’adulto, può ascoltare più facilmente la propria voce (o la propria immaginazione), trovando al contempo l’occasione di farla uscire.

Potrà accadere che il bambino, vedendo la mancanza assoluta di illustrazioni, dimostri disinteresse per la storia, ma non pensate che proporgli questo libro sia stata una scelta fallimentare: più o meno consapevolmente, il bambino, scoprendo un libro illustrato senza immagini, avrà l’occasione di fare una esperienza divergente. Lo spiazzamento e lo stupore sperimentati troveranno uno spazio dentro di lui,  come un semino da coltivare, che con il tempo potrà trasformarsi nella capacità di andare oltre alle cose come siamo abituati a pensarle, o meglio, a vederle, contribuendo ad aprire le porte alla creatività.


In una biblioteca piena di albi con immagini stupende, è bello poter lasciare un piccolo spazio a un libro fatto di pagine bianche.
Perché, se accompagnata dall’immaginazione, la pagina bianca può essere un’illustrazione bellissima!





SUGGERIMENTI PER LA LETTURA

Nel caso il piccolo lettore mostri disinteresse nei confronti del libro, l’adulto potrebbe coinvolgerlo in una lettura partecipata.

ESEMPIO:
Dopo aver letto:
- “Anche a guardare bene tutta questa neve, non si riesce più a vedere, a distinguere la cuccia del cane, i cespugli di bosso, la panchina di pietra, il contorno delle aiuole, il sentiero che conduce verso il bosco. Anche aprendo bene gli occhi non si riesce a vedere niente.” - 
l’adulto potrebbe chiedere al bambino:
- Hai visto quanta neve?! Ma tu riesci a vedere qualcosa? -
In base alla risposta, l’adulto potrà invitare il piccolo lettore ad entrare più nello specifico rispetto a quello che vede o meno con l’immaginazione:
- Sei sicuro che la casa sia lì? Ah sì, aspetta, sembra di vederla anche a me! Ma c’è per caso il cane davanti alla porta? Starà cercando la sua cuccia!-

Proseguendo così, di pagina in pagina, il bambino, e anche noi adulti, avremo la possibilità di far lavorare la fantasia, creando insieme il mondo che si nasconde sotto la neve.



Un’alternativa alla lettura partecipata potrebbe essere quella di invitare il bambino a disegnare lui stesso le illustrazioni del racconto, anche su fogli da disegno, che possono diventare la pagine di un nuovo Cappuccetto Bianco. Forse un Cappuccetto un pochino meno bianco, ma sicuramente molto più suo!



BREVE NOTA SULL’AUTORE

Bruno Munari (Milano,1907- ivi 1998) è stato scultore, designer e scrittore.
Ha dato un contributo fondamentale alla letteratura per l’infanzia grazie ai suoi libri per bambini, frutto di una sperimentazione visiva e tattile volta a sviluppare nuove modalità di comunicazione.
Esemplificativi sono, a questo proposito, Toc Toc.Chi è?Apri la porta, Nella notte buia, Storie di tre uccellini.
Si è dedicato, inoltre, a laboratori didattici per bambini, ponendo sempre al centro la creatività, perché l’arte non va raccontata a parole, ma sperimentata.

Le parole si dimenticano, l’esperienza no.


Buona Lettura!
Elena




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