Quanto uguali a noi devono essere le persone alle quali voler bene?
Autore: Davide Calì – Marco Somà
Editore: Kite Edizioni
Anno di pubblicazione: 2016
Categoria: Albo illustrato
Età consigliata: Adulti
Questo albo, capace di emozionare, lascia però al tempo stesso qualche zona d’ombra, che andremo ad approfondire tra poco, riflesso di un sottile, e spesso inconsapevole, modo di pensare l’adozione di tipo “genitori-centrico”, che in alcuni casi persiste ancora oggi.
caso al fatto che avesse le branchie come un pesce.
Non capirono se era stato abbandonato o se aveva perso
i genitori, ma poco importava, perché ne aveva trovati
altri due.”
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Il richiamo della palude, D. Calì - M. Somà, Kite Edizioni, 2016 |
Il bambino venne chiamato Boris.
Boris cresceva, giocava e rideva come tutti i bambini. Il fatto che avesse gli occhi più grandi degli altri non aveva importanza.
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Il richiamo della palude, D. Calì - M. Somà, Kite Edizioni, 2016 |
Un giorno di vento però Boris sentì un odore…
Un odore sepolto nel profondo dei ricordi, un odore che sentiva da piccolo.
L’odore della palude.”
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Il richiamo della palude, D. Calì - M. Somà, Kite Edizioni, 2016 |
‘Perché ti volevamo bene’ rispose la mamma.
‘Ma perché invece non mi avete lasciato dov’ero?’
‘Perché avresti rischiato di morire’ rispose il padre."
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Il richiamo della palude, D. Calì - M. Somà, Kite Edizioni, 2016 |
Una mattina, seguendone l’odore, arrivò alla palude e sentì di essere finalmente ritornato nel suo mondo, dalla sua vera famiglia.
Avrebbe dovuto vivere vicino a chi, come lui, aveva le branchie.”
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Il richiamo della palude, D. Calì - M. Somà, Kite Edizioni, 2016 |
Gli lasciavano messaggi appesi agli alberi in cui semplicemente dicevano “Se tu sei felice dove sei, siamo felici anche noi”.
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Il richiamo della palude, D. Calì - M. Somà, Kite Edizioni, 2016 |
Il tempo passava, e piano piano Boris si accorgeva di essere diverso dagli esseri che sembravano uguali a lui.
“Gli altri non mangiavano le stesse cose e parlavano in modo diverso. Ridevano anche in modo diverso.”
Si sentiva unico e solo. Forse per quello era nato senza famiglia.
palude e camminò sul fondo fino a perdersi.”
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Il richiamo della palude, D. Calì - M. Somà, Kite Edizioni, 2016 |
[…] I suoi genitori lo avevano voluto anche se aveva le branchie, non importava che il loro figlio gli somigliasse.
Forse quelli uguali a noi sono semplicemente
coloro a cui vogliamo bene e quelli che ce ne
vogliono?”
Bisogna assomigliarsi per volersi bene? O è il volersi bene che rende simili? O ancora, il volersi bene può rendere superfluo l’essere simili, facendo invece godere delle differenze?
Le domande che Boris si pone vanno subito al cuore del problema, anche se, cosi' schiette e dirette, rischiano di cedere un pochino al didascalico.
Sono comunque interrogativi potenti, che forniscono interessanti spunti di riflessione
per adulti e bambini, a prescindere dal tema dell’adozione.
Commoventi i
messaggi lasciati dai genitori a Boris, raffigurazione di quell’amore
genitoriale capace di rispettare la libertà dei figli, libertà che non è fine
di un legame, ma sua evoluzione.
Le illustrazioni di Marco Somà sono immense. Si sviluppano in un gioco di trasparenze, di riflessi, in cui l’acqua è elemento portante. L’atmosfera autunnale delle tavole è accompagnata da elementi surreali come i pesci volanti, che riportano all’idea dell’intersezione tra mondi diversi, tra origini diverse.
Poetica e toccante è infine l’immagine della casa in bottiglia come messaggio d’amore.
Le illustrazioni di Marco Somà sono immense. Si sviluppano in un gioco di trasparenze, di riflessi, in cui l’acqua è elemento portante. L’atmosfera autunnale delle tavole è accompagnata da elementi surreali come i pesci volanti, che riportano all’idea dell’intersezione tra mondi diversi, tra origini diverse.
Poetica e toccante è infine l’immagine della casa in bottiglia come messaggio d’amore.
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Il richiamo della palude, D. Calì - M. Somà, Kite Edizioni, 2016 |
La prima ombra riguarda il momento dell’adozione di Boris: la sua situazione familiare precedente al ritrovamento viene “liquidata” subito.
I futuri genitori, a cui i dottori avevano detto che non potevano avere figli, vedono il neonato come un dono del cielo.
Questa percezione ci porta su un confine delicato che si incontra spesso parlando di adozione: il confine tra il diritto di un bambino ad avere una famiglia e il diritto di un adulto a veder realizzato il suo desiderio di genitorialità. In questo inizio di storia non è chiaro quale dei due diritti guidi la scelta dei genitori, lasciando un leggero senso di disagio.
Ed ecco la seconda zona d’ombra. Per i bambini che hanno vissuto l’esperienza dell’abbandono, con tutti i problemi di autostima che ne conseguono, veder rappresentato Boris come un mostro con le branchie, proveniente da una palude, può essere faticoso.
Quest’ultimo aspetto mi frena nel consigliare questo libro ai bambini, in particolar modo se adottati, mentre credo possa essere fonte di interessanti spunti per gli adulti, perché riflettendo sulle zone d’ombra che accompagnano la storia si possano accendere molte luci, soprattutto dentro di noi.
Buona lettura,
Elena